In bilico tra utopia e pragmatismo feroce, Cuba riesce trattenere i suoi abitanti ma non la sua cultura, tra miti socialisti, orgogliosa povertà e lamento per libertà negate. Sono partito a scoprirla a gennaio 2012, e sono tornato a maggio 2013, nel crepuscolo del regno di Fidel I. Ora, alle soglie della fine dell’embargo e del Gran Cambiamento che ne conseguirà, ho raccolto i miei appunti di viaggio nell’Isla Grande del Caribe, e li ho organizzati a puntate.
Ne è venuto fuori un ibrido. Una serie di brevi racconti, più che un blog tematico, in bilico tra cronaca e riflessione, dove uno scienziato curioso si guarda intorno, osserva e racconta ciò che vede e ciò che non si vede.
Buona lettura a tutti!
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Si è mai veramente pronti per un viaggio? E’ facile essere pronti per una vacanza: basta mettere tutto in valigia e non scordarsi le prenotazioni. Si può credere di essere pronti per un viaggio breve, dove tutto sembra sotto controllo. O per un viaggio di lavoro. Ma quando si chiude lo zaino e ci si mette in cammino per scoprire un nuovo mondo la tentazione dello scienziato è di continuare a rimandare: non ho studiato abbastanza! Devo ottenere altri risultati preliminari! E intanto il tempo passa e il mondo cambia irreversibilmente.
Tra un lavoro e l’altro mi sono concesso il lusso più grande di questo secolo: trovare tempo. Tempo per calarmi anima e corpo in un mondo diverso, per lasciarmi impregnare da sensazioni ed esperienze, per parlare con i locali e cercare di vivere come loro, sforzarmi di capire e raccontare. Zaino in spalla (i mezzi pubblici sono infinitamente più informativi di una guida turistica), da solo (per incontrare più gente possibile).
Mi sono documentato, certo: senza una bella literature review come posso iniziare un progetto? Con Cuba non è stato facile. Chiunque ha qualche pregiudizio, quasi sempre raccolto senza verificare: dittatura repressiva, paradiso sessuale, comunismo anacronistico. Cuba è il Grande Polarizzatore degli animi.
I miei pregiudizi sono positivi. L’utopia del socialismo, con il suo richiamo all’uguaglianza e il rifiuto dell’avidità, mi ha sempre affascinato. Me lo posso permettere, perché non l’ho mai vissuto sulla mia pelle. Quindi il mio punto di partenza è: viva Cuba, eroica e ribelle sotto l’embargo, Lenin e canna da zucchero, Che Guevara e Buena Vista Social Club.
Ma non c’è solo la retorica governativa: ci sono fatti, indicatori, statistiche che mi sono diligentemente studiato: bassissima mortalità infantile, aspettativa di vita 78 anni, enorme numero di medici per abitante, accesso gratuito ad educazione e sanità, sovvenzioni alla cultura. Numeri inauditi per un paese con un PIL infimo, di gran lunga i migliori dell’America latina.
L’altro lato della medaglia è la repressione del dissenso, il controllo della stampa, la mancanza di libertà essenziali. Ma la gente, cosa pensa? Sono felici? Farebbero cambio con il sistema capitalista? Si rendono conto delle differenze?